Per me vivere è Cristo

Novena al Beato G.Alberione

PER ME VIVERE E’ CRISTO

PRESENTAZIONE

Venerare i santi e i beati significa venerare l’opera che Dio ha fatto con queste persone, già pienamente realizzate e in perfetta comunione con Cristo; amare il culto dei santi e dei beati, dunque, significa amare Dio. « Lungo i secoli i santi hanno costituito le bussole spirituali, che hanno orientato l’umanità verso Dio. Essi sono gli autentici innovatori della storia. Con la loro esemplarità umana e spirituale migliorano il mondo, perché lo fecondano beneficamente con la verità e la carità infinita di Dio », scrive il card. A. Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Inoltre onorare i santi ricorda ad ogni cristiano la chiamata ad essere “immagine del volto di Cristo” perché, attraverso la propria vita personale, possa essere manifesta la sua gloria. I santi, uomini e donne come noi, con pregi e difetti, ci rivelano l’accessibilità a tutti della vita cristiana e la possibilità reale di poter gustare già in questo mondo il Paradiso. In un certo senso il culto dei santi e dei beati non è altro che un modo per avvicinarsi a Dio. Le preghiere affidate alla mediazione dei santi sono un modo indiretto di rivolgersi a Dio, fine ultimo della nostra preghiera. Non sarebbe piaciuta a don Giacomo Alberione una novena devozionale, sentimentale… che lo presentasse protagonista. Niente di più lontano dalla sua sensibilità e dal suo spirito umile, che lo portava alla convinzione di essere «lo strumento indegno» che doveva «scomparire dalla scena e dalla memoria». La novena qui proposta è per questo un percorso attraverso le motivazioni di fondo che hanno spinto la vita e l’opera del beato Fondatore, un itinerario di accompagnamento di don Alberione attraverso le strade da lui percorse; un’occasione di immedesimarsi nella sua sensibilità spirituale più profonda, tratta dai suoi scritti, per condividerne le ricchezze: Gesù Maestro, Via, Verità e Vita; Maria, Regina degli Apostoli; san Paolo apostolo; I’Eucaristia, Ia Parola di Dio, la Chiesa, l’integralità della persona, ecc. che confluiscono nella missione all’interno della cultura della comunicazione. Infatti, la spiritualità autentica ha alcune dimensioni universali e diventa necessariamente missionaria, evangelizzatrice. «Il beato Giacomo Alberione – disse Papa Francesco il 27 novembre 2014 alla Famiglia paolina – scorgeva nell’annuncio di Cristo e del Vangelo alle masse popolari la carità più autentica e più necessaria che si potesse offrire agli uomini e alle donne assetati di verità e di giustizia. Egli è stato toccato in profondità dalla parola di san Paolo: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16) e ne ha fatto I’ideale della propria vita e della propria missione. Seguendo le orme di Gesù e ad imitazione dell’Apostolo delle genti, ha saputo vedere le folle come pecore sbandate e bisognose di orientamenti sicuri nel cammino della vita. Pertanto, ha speso l’intera esistenza a spezzare loro il pane della Parola con linguaggi adeguati ai tempi». La preghiera finale di petizione o di rendimento di grazie ci permette di rinnovare la nostra fede nella misericordia di Dio e così disporci ad ottenere le grazie richieste per intercessione di don Giacomo Alberione, sempre finalizzate alla gloria di Dio e alla pace degli uomini, com’era suo desiderio, aiutando tutti a «far rivivere nella Chiesa il carisma apostolico di san Paolo».

Don José Antonio Pérez Sánchez, ssp
Postulatore generale della Famiglia Paolina

Il libretto della Novena (Per me vivere è Cristo) è pubblicata dalla San Paolo. Autore alcune Annunziatine. E’ disponibile anche cartaceo presso le librerie cattoliche. Oppure richiedere direttamente alla libreria di Bergamo, o alla libreria di Brindisi.

I giorno

GESU’ MAESTRO, VIA, VERITA’ E VITA
(Ef 3,14-21)

Don Alberione era un sognatore! Per amore a Dio e agli uomini egli ha volato alto! Camminando sul terreno fertile di una Parola di Dio: «lo sono la Via, la Verità e la Vita» (Gv 14,6), il suo sogno, che continua ancora oggi, si è realizzato: un alberon…la Famiglia Paolina, apostoli del Vangelo. lmmaginiamoci allora nella novena e, per gustare sin da subito come Dio parla alle nostre vite, chiediamoci: sono un sognatore? Se guardo nel profondo del mio cuore scopro di essere un fascio di desideri. Che bello! Troviamo il coraggio di sognare! Scopriremo come il “sogno” di ciascuno di noi e quello di Dio si incontrano nella realtà! 

[Gesù è il] Maestro unico perché egli insegna con Ia sua alta dottrina. Maestro unico in quanto ci precede con l’esempio. Maestro unico in quanto dà la grazia sia per credere la dottrina sia per compiere le opere, per seguirlo, imitarlo (Alle Pie Discepole,1960, p. 14).
O Maestro, tu hai parole di vita eterna: alla mia mente, ai miei pensieri sostituisci te stesso, o tu che illumini ogni uomo e sei la stessa verità: io non voglio ragionare che come tu ammaestri, né giudicare che secondo i tuoi giudizi, né pensare che te verità sostanziale, data dal Padre a me:
“Vivi nella mia mente, o Gesù verità”. La tua vita è precetto, via, sicurezza unica, vera, infallibile. Dal Presepio, da Nazareth, dal Calvario, è tutto un tracciare la via divina: d’amore al Padre, di purezza infinita, d’amor alle anime, al Sacrificio… Fa’ che io la conosca, fa’ che metta ogni momento il piede sulle tue orme di povertà, castità, obbedienza: ogni altra via è larga… non è tua. Gesù, io ignoro e detesto ogni via non segnata da te. Ciò che vuoi tu, io voglio: stabilisci la tua volontà al posto della mia volontà. Al mio cuore si sostituisca il tuo; al mio amore a Dio, al prossimo, a me stesso, si sostituisca il tuo. Alla mia vita peccatrice umana, si sostituisca la tua divina, purissima, sopra tutta la natura […]. Vivi in me, o Gesù Vita eterna, vita sostanziale
(Donec formetur Christus in vobis, pp. 39-40).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

II giorno

MARIA, MADRE E REGINA DEGLI APOSTOLI
(1Cor 12,4-11)

Don Alberione amava Maria, era per lui Madre con cui svegliarsi al mattino e addormentarsi la sera, Maestra da cui lasciarsi formare, Regina del suo sogno. In Maria, egli vede I’icona di ogni apostolo: come Lei vivere e dare al mondo Gesù. La vita non è la realizzazione del progetto di Dio su di me, perché è molto di più: è la storia d’amore di Dio con me. Tutto è dono! Così è, stato per Maria, la Madre di Gesù. In Lei la tenerezza di Dio ha preso carne. Attraverso di Lei, il sogno di Dio – innamorare I’uomo – si è realizzato.

Una buona madre è un gran tesoro in una casa. Maria compie in una casa quello che fa la migliore delle madri; anzi di più, ciò che non potrebbe fare la migliore madre. […] Per Maria si ravviva la fede, si rafforza la speranza del cielo, si diffonde la carità, si stabilisce la vita cristiana in casa (Carissimi in San Paolo, p. 574). Maria ha dato Gesù. Lei, Maria, non è uno degli Apostoli, è I’Apostola con Gesù. […] Noi quindi amiamo sempre che la Vergine benedetta sia rappresentata in atto di dare Gesù al mondo, e sia rappresentata sempre insieme al Figlio, perché quella è la gloria principale di Maria, è il segno dell’apostolato di Maria: Maria che diede Gesù al mondo (Conferenze per Ia Settimana di aggiornamento riservata alle Maestre delle Figlie di San Paolo,1955, 64). Avere il cuore di Maria, cuore di Maria che vede tante persone, tanta gente, tante nazioni che non conoscono ancora suo Figlio. Ella lo offre. E lo offre realmente perché è lei che ha dato Gesù al mondo (Alle pie Discepole, 1965, pp. 10.22). [Maria è] la formatrice degli apostoli di ogni luogo e tempo. Verso di lei dobbiamo illuminata e illimitata fiducia e amore; la devozione più cordiale, espansiva, tenera; le pratiche più comuni e costanti del Rosario, dell’Angelus, delle tre Ave Maria, coroncina, il sabato, ecc. La si deve onorare con lo scriverne, con il predicare, col dare l’sempio (Donec formetur Christus in vobis, p.97). O Maria, chi ti ama sarà salvo e chi ti ama tanto sarà santo e parteciperà un giorno al tuo trionfo in cielo (“Coroncina alla Regina degli Apostoli”, in: Le preghiere della Famiglia Paolina).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

III giorno

SAN PAOLO APOSTOLO
(1Tm 1,12-17)

I sogni sono il sale della vita! E quando incontrano i desideri di Dio, la vita prende più vita!
Don Alberione questo lo sapeva molto bene. Pulsava dentro di lui la fiamma del suo sogno: annunciare il Vangelo ad ogni creatura! Lo zelo di san Paolo, «Tutto faccio per il Vangelo» ( 1Cor 9,23), è il suo zelo! Don Alberione non ha dubbi: san Paolo è il vero fondatore della Famiglia Paolina. Lui il padre, il modello, il protettore.

«La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione» (Evangelii Gaudium, 14). ln san Paolo ciascuno di noi può rispecchiarsi: se abbiamo scelto di rispondere alla chiamata del Signore ed essere cristiani, non possiamo scegliere se evangelizzare: l’evangelizzazione è una necessità.

San Paolo andò a cercare le anime: dai montanari dell’oriente, dell’Asia Minore, fino agli Ateniesi, i quanti radunati nell’Areopago disputavano di altissima filosofia, fino ai Romani dominatori, i grandi dominatori del mondo di allora. […] La profondità della sua dottrina, le sue virtù eroiche, le sue doti di scrittore, i carismi di cui era ornata la sua anima, la costanza ,la fortezza, il suo zelo e la dolcezza del suo tratto gli attirarono tante anime, e [gli permisero] di fondare tutte quelle Chiese di cui leggiamo nella storia ecclesiastica e negli Atti degli Apostoli. […] Perché san Paolo è così grande? Perché compì tante opere meravigliose? […] Perché? Il perché va ricercato nella sua vita interiore. È qui il segreto. I palloni pieni di aria, gonfi, un giorno svaniscono, si svuotano, ma quando vi è la ricchezza, quando vi è la vera dottrina, quando vi sono i veri meriti, quando vi è la vera vita interiore, si diventa germe. […] Ebbene l’apostolo paolo era di grande vita interiore. Egli meditava. […] Egli pregava e si ritirava nel deserto (Alle Figlie di San Paolo,1929-1933, p. 163). La Famiglia Paolina è suscitata da san paolo per continuare la sua opera: è san Paolo vivo ma che oggi è composto da tanti membri. Non abbiamo eletto noi s. paolo è lui che ha eletto e chiamato noi (Pensieri, 1987, p. 47).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

IV giorno

LA VITALITA’ EUCARISTICA
(1Cor 11,23-26)

«Signore cosa vuoi che io faccia? »: quante volte don Alberione avrà pregato così!… E Gesù gli parla: dal Tabernacolo doveva attingere luce per i passi da compiere; da lì, lasciarsi consolare; da lì, ricevere misericordia e ripartire con fiducia per costruire il suo grande sogno. Il sognatore è chi non teme di realizzare il proprio progetto e, con pazienza e coraggio, lo costruisce giorno per giorno. Ma dove attingere luce, forza… vita per vivere il sogno di Dio? Tutto parte dall’Eucaristia! Dall’intimità con Gesù! Lui il Signore della vita.

L’Eucaristia è la presenza reale di Gesù: Gesù è con noi! Ma noi siamo con lui? «Sono con voi fino alla consumazione dei secoli» (Mt 28,20), disse Gesù. Ma voi mi adorate? E voi mi visitate? E voi state con rispetto alla mia presenza? Siete, in una parola, con me? Un atto di dolore sincero deve partire dal nostro cuore per aver perso tempo in tante battaglie inutili e per aver dimenticato e lasciato solitario il divino Amante che dal Tabernacolo ci chiamava con instancabili e dolcissimi inviti. Inoltre L’Eucaristia è cibo dell’anima: «Io sono il pane di vita disceso dal cielo» (Gv 6,35). Gesù istituì questo sacramento perché fosse nutrimento spirituale delle nostre anime (Alle Figlie di San Paolo, 1934, pp. 61-62). Quando I’anima è in agitazione o nelle tenebre o agitata da cose interiori, da preoccupazioni interiori, vada da Gesù. Allora ripartirà da Gesù illuminata, sì, perché non si può mai parlare con Gesù senza ricavare qualche vantaggio. […] Andare da Gesù. Abituarsi a sempre aprirsi con Gesù. […] il rifugio più sicuro è sempre Gesù, sempre Gesù. […] Non c’è nessun cuore che capisca, più del cuore di Gesù, quello che ci turba, quello che ci agita. Quindi è una medicina. E quando poi [ci] sono le altre passioni? Ugualmente da Gesù. Quando è l’orgoglio che travaglia lo spirito; quando è I’invidia che è entrata nell’ anima; quando attaccamenti terreni ci allontanano da Dio; quando il corpo stesso diviene nemico dello spirito perché la carne desidera cose contrarie all’anima, il rifugio è sempre Gesù, il consolatore è sempre Gesù, che non solo illumina, ma fortifica l’anima perché , vinca la carne, vinca le false illusioni, vinca la lussuria, la pigrizia, la golosità e tutto quello che allontanerebbe da Dio. […]
Abituarsi, allora, a ricorrere sempre a Gesù. Se si, vuol progredire, a Gesù! Se si vuole evitare il male, a Gesù! Se si vuole consolazione, a Gesù! Se si vuole attendere alla perfezione, a Gesù!
(Alle Pie Discepole,1959, pp. 21-22). «Non so più dove sbattere la testa» diceva una volta una persona che si trovava in molte difficoltà interne ed esterne. «Sbattila nel Tabernacolo»
(Per un rinnovamento spirituale, p. 30).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

V giorno

LA PAROLA DI DIO
(2Tm 3,14-17)

Don Alberione sempre ha lasciato: che la parola di Dio parlasse alla sua vita. Nell’ascolto della parola egli ha scoperto come il Dio del suo sogno è un Dio delle sorprese, che fa le cose nuove e chiede docilità alla Sua novità. E don Alberione, alla novità del Vangelo, ha obbedito. Sognare non è essere sconnessi alla realtà, ma starci dentro con tutti e due i piedi in un atteggiamento contemplativo. I grandi sogni, quelli in sintonia con il sogno di Dio, nascano dal silenzio e dall’ascolto.

La Bibbia è il cibo più squisito per l’anima nostra, è il pane datoci dal Padre Celeste, prendiamolo e mangiamolo quotidianamente, perché, come il corpo quotidianamente ha bisogno del pane materiale, così I’anima tutti i giorni dev’essere nutrita del pane celeste (Leggete le Sacre Scritture, pp. 213-214) . Direte che il Vangelo è difficile. No, non Io è, perché il Signore lo ha fatto proprio per la nostra testa, come ha fatto il pane per lo stomaco. Quando siete tristi, aprite la Scrittura e troverete la parte che vi consola. Così nei dubbi, nei timori: fate come i santi, che in ogni dubbio e timore andavano alla fonte (Pensieri, p. 54). Nella Scrittura si parla del paradiso oltre settecento volte, perché è la lettera che Dio padre ha scritto agli uomini per invitarli al cielo, perché essi indovinandone la via si salvino. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento è sempre la Parola di Dio, messa là come lampada che rischiara la strada, in mezzo alle passioni del mondo, alle tentazioni del demonio, è la lampada accesa che risplende davanti a tutti (Alle Figlie di San Paolo,1932).
Se arriva una lettera attesa dal padre, Ia si legge con attenzione dall’inizio fino ai saluti, fino alla firma; e nello stesso tempo poi si pensa, si vuole indovinare il concetto, il pensiero del padre e si rilegge con attenzione. Ora, se noi non leggessimo la lettera di Dio agli uomini, quando compariremo davanti a lui, quale vergogna! Non hanno neppure letto la mia lettera! E allora come potevi conoscere la via della salvezza, come potevi conoscere quale strada io ti indicavo nella mia lettera?
(Meditazioni per consacrate secolari, p. 393).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

VI giorno

LA FORMAZIONE DI TUTTO L’UOMO
(MENTE, VOLONTA’ E CUORE)

(Col 3,1-10)

Don Alberione credeva nell’uomo, gli dava fiducia, ma soprattutto si prendeva cura di lui. Leggendo il Vangelo si innamora di Cristo Maestro, formatore dell’uomo integrale, e così il suo sogno prende carne: è Gesù che deve pensare in me; è Gesù che deve volere in me; è Gesù che deve amare in me. Il sogno di Dio, quello che appartiene alla vita di ciascuno di noi, ci trasforma, ci modella come persone. Il pensiero di Dio è che l’uomo riconosca la sua vera umanità sul volto di Gesù; solo così egli farà quei passi avanti che l’aiutano a credere in se stesso.

Occorre che vi sia una base, un punto di partenza: l’uomo retto. Su di esso si può costruire il buon cristiano, il figlio di Dio (Pensieri,p.26). E facile intendere che la vita cristiana deve innestarsi in Cristo: ora Cristo è Verità, Via e Vita; la mente innestata nella mente di Cristo, la volontà nella volontà di Cristo, il cuore nel cuore di Cristo. L’ossequio principale a Dio si fa piegando la mente: i meriti maggiori ed i peccati più gravi si operano nella mente; mai, almeno, senza la mente. Dai pensieri vengono le parole, i sentimenti, le azioni; è la mente che guida, come il pilota conduce l’aereo, come l’autista guida I’automobile (Anima e corpo per il Vangelo, pp. 18-19). La vita di Gesù Cristo si può riassumere in questo titolo: “Vita di chi fece perfettamente la volontà di Dio,,. Il far la volontà di Dio è perfezione; il far la volontà di Dio è il vero amore al Signore; il far la volontà di Dio è la via più sicura. Perciò non avere la volontà nostra, ma la volontà divina in ogni cosa. La nostra volontà ci è data per eleggere la volontà Divina: sempre, in tutto, con piena adesione e umiltà (Donec formetur Christus in vobis, pp. 44-45) . Finché non possiamo dire che Gesù vive in noi, il nostro amore ha ancora delle scorie. C’è la vita divina in noi, perché abbiamo la grazia, ma è cosi ridotta, così compressa che Gesù, per così dire, non può neanche respirare!
(Alle Figlie di San Paolo,1940-1945, p. 739). Arrivare alla suprema altezza della nostra personalità: io che penso in Gesù Cristo, io che amo in Gesù Cristo, io che voglio in Gesù Cristo; o Cristo che pensa in me, che ama in me, che vuole in me (Ut perfectus sit homo Dei, vol. I, 187).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

VII giorno

POVERTA’ E PROVVIDENZA
(2Cor 9,6-9)

Dio è innamorato della piccolezza, per questo sceglie don Alberione. Egli ha coscienza di essere mosso da Dio e di agire sotto la Sua mano. Mai ha forzato la mano della Provvidenza, ma tutto rimetteva nelle mani di Dio. Si rivedeva nei panni di un semi-cieco che è guidato. È questa la povertà che ha fecondato il suo sogno. Il sognatore, quello unito al sogno di Dio, sa vivere coraggiosamente. E il coraggio ha radici nell’umiltà ed è teso alla speranza. E cosi sarà sempre dialogo fra la nostra povertà e la Sua grandezza.

La povertà è la massima ricchezza; ogni piccola rinunzia nel gusto, vestito, abitazione è una grande conquista per il cielo. Chi ha l’affetto, anche a un solo filo, è come un uccello legato: non può spiccare il volo verso le altezze della santità (Ut perfectus sit homo Dei, vol. I,452). La povertà è virtù necessaria a tutti. Essa consiste nel distacco dalle cose del mondo secondo il proprio stato.
Le cose terrene sono come i banchi della chiesa, cioè debbono servirci unicamente per servire il Signore […]. L’attaccare il cuore a questi beni transitori è un pericolo. Alcuni si affezionano tanto a quello che li circonda che finiscono per non pensare più a Dio (Alle Figlie di San Paolo, 1934 – 1939, pp. 422-427). Gesù ha cercato tutto ciò che c’è di più povero, morì sulla croce e dopo morto il sepolcro gli fu prestato. Non ebbe neppure una pietra, ma tutto in uso. Quando noi osserviamo bene la povertà siamo cari a Gesù… e assomigliamo di più a Lui che volle nascere, vivere e morire povero. I mezzi della Provvidenza non verranno mai a mancare se si osserverà la povertà (Prediche,1946, p. 149). Il torto più grave che Dio riceve dalla nostra Casa è la mancanza di fiducia in Lui, mentre egli dimostra che è tutto Lui che fa, mentre noi siamo goffi, stupidi a non fidarci di Lui. Egli ha detto: «In verità, in verità vi dico che qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio, ve la darà». Gesù ha giurato due volte (i giuramenti di Dio non sono quelli di un monello che dice: “Io giuro”) che il Padre suo ci darà qualunque cosa che noi chiediamo per i suoi meriti (T. Giaccardo, Diario, pp. 205-209). Quando la Provvidenza non manda per una via, è segno che già ne ha aperte due altre, almeno. A noi la cura di vedere le porte che apre (Lettere a Maestra Tecla,1933,60) . Fiducia in Dio, perché quando una cosa è necessaria o per la nostra vita o per un bene, un’opera buona che si deve fare, un apostolato, ecc., la Provvidenza non manca. Perciò equilibrarsi. Cercare la santità e il regno di Dio. E fiducia in Dio che facendo la nostra parte la Provvidenza non manca. Ma molti intendono solamente per Provvidenza il mangiare, il vestire. Ma in primo luogo si cerca la santità, cioè le grazie (Alle Pie Discepole, 1962,7.167).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

VIII giorno

L’AMORE ALLA CHIESA
(1Cor 12,12-31)

Don Alberione, sotto l’impulso dello Spirito Santo, si sentì obbligato a servire la Chiesa e gli uomini del nuovo secolo e, da grande sognatore qual era, radunò una moltitudine di belle anime che con lui hanno condiviso grandi sogni per la Chiesa. Sognare è amare. Sognare è collaborare insieme. Sognare è incontrare l’altro per costruire qualcosa di bello. Sognare: è credere che Dio continua, nella Chiesa, la sua storia d’amore, con noi.

Noi dobbiamo domandare al Signore che la Chiesa sia amata, sia conosciuta, si diffonda per il mondo intero e raccolga nel suo seno tutta quanta I’umanità; perché si faccia di tutto il mondo un solo ovile e un solo pastore [cfr. Gv 10,16] : una sola scuola, quella di Gesù Cristo, per raccoglierci un giorno tutti insieme, in quella Chiesa perfetta lassù in cielo. […] È doloroso che in nessun secolo siano mancate le persecuzioni. Né mancano oggi. Anche in questi giorni sono stati condannati a morte dei Sacerdoti e un Vescovo, con l’unica colpa di essere fedeli alla Chiesa cattolica, e di zelare la salute delle anime; per aver compiuto perciò il loro dovere sacrosanto davanti a Dio. L’epoca dei martiri non si chiude. Ogni martire versa il sangue per la Chiesa: sangue dal quale nasceranno altri cristiani, come da una semente eletta. […] Però, non sempre nella Chiesa siamo tutti fedeli, tutti santi. Purtroppo nella Chiesa, insieme alle anime elette, vi sono anime che non corrispondono agli inviti della Chiesa. La Chiesa è sempre un grande campo in cui cresce il buon grano e cresce la zizzania. […] Non tutti i membri della Chiesa, quindi, sono davvero santi. Appartengono materialmente al corpo della Chiesa, ma non appartengono alla sua anima. E non ricevono dalla Chiesa quel nutrimento che la Chiesa elargisce ai suoi figli fedeli. Quale sarà la nostra conclusione? La prima conclusione è chiara: amare la Chiesa, seguire la Chiesa. Non dobbiamo meravigliarci se che gli uomini passano all’aldilà, e là si farà una selezione: vi saranno i salvi e vi saranno i perduti. E chi è il saggio? Quello che si mette fra i pochi, fra coloro i quali prendono una strada spinosa e magari ripida, ma che porta al Paradiso. Pensiamo a noi. Pensiamo al nostro interesse; non guardare chi va a destra e chi va a sinistra. Guardare a Dio, guardare al Paradiso, e con costanza, per camminare portando la nostra piccola croce, come l’ha portata Gesù Cristo, che adesso siede alla destra del padre: e sta raccogliendo da tutte le parti del mondo le sue pecorelle fedeli, per formarsi lassù il Regno eterno che consegnerà al Padre. Pregare per la Chiesa, pregare per il papa, pregare per l’episcopato, pregare per i religiosi, pregare per il clero, pregare per tutti i fedeli, specialmente per i padri di famiglia e per i giovani. Pregare! Pregare! (Per un rinnovamento spirituale, pp. 181-184).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

IX giorno

LA MISSIONE NELLA CULTURA
DELIA COMUNICAZIONE

(Rm 10,9-10.14-15)

Don Alberione è stato un profeta! Ha guardato con gli occhi di Dio i cambiamenti del XX secolo e ha portato il Vangelo all’uomo di oggi … con i mezzi di oggi. Giunti alla fine di questa novena, possiamo osare: il sognatore è un profeta! Chiediamoci: sono profeta? ognuno di noi, con il battesimo, ha ricevuto il dono della profezia: guardare la realtà con gli occhi di Dio, annunciare Gesù ed essere testimone del Suo amore. Non dobbiamo aver timore, chiediamo allo Spirito Santo il dono della profezia e sarà una nuova creazione… e rinnoveremo la faccia della terra.

San Paolo vuole che facciamo quello che egli farebbe se oggi vivesse. Se vivesse, che cosa farebbe? Adempirebbe i due grandi precetti come ha saputo adempierli: amare Dio con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la mente; e amare il prossimo senza nulla risparmiarsi (Pensieri, p. 47).
[…] Se san Paolo vivesse adesso, prenderebbe i mezzi più efficaci e più celeri per arrivare a tutti, come per arrivare a tutti scrisse, ai suoi tempi, quattordici immortali lettere ispirate dallo Spirito Santo (per un rinnovamento spirituale, pp. 25-26). La stampa, il cinematografo, la radio, la televisione costituiscono oggi le più urgenti, le più rapide e le più efficaci opere dell’apostolato cattolico. Può essere che i tempi ci riservino altri mezzi migliori. Ma al presente pare che il cuore dell’apostolo non possa desiderare di meglio per donare Dio alle anime e le anime a Dio
( Ut perfectus sit homo Dei, vol. I, 313). Stampa, cinema, radio, televisione abbracciano tutta la vita: individuale, familiare, sociale, intellettuale, morale, artistica, economica, politica, internazionale . […] Ciascuno di questi quattro grandi mezzi di diffusione del pensiero […] basta a produrre immensi vantaggi o immensi danni. Operano potentemente sulle masse; possono gravemente scuotere o grandemente rafforzare i quattro cardini della umana convivenza; la famiglia, I’ordine sociale, l’ordine religioso, l’ordine umano-morale (Carissimi in San Paolo,802). Riflettiamo che era riservato ai nostri tempi attuare alla lettera il divino mandato di Gesù Cristo: «La mia parola sarà predicata nel mondo intero» (Carissimi in San Paolo,805). Il prete predica ad un piccolo sparuto gregge, con chiese quasi vuote in molte regioni… Ci lasciano i templi quando ce li lasciano! e si prendono le anime (Carissimi in San Paolo,807).
Noi dobbiamo sempre condurre le anime al Paradiso, ma dobbiamo condurvi non quelle vissute dieci secoli or sono, ma quelle che vivono oggi. Dobbiamo prendere il mondo e gli uomini come sono oggi per fare oggi del bene (Appunti di Teologia Pastorale, p. 147). Chi si ferma o rallenta è sorpassato; lavorerà in un campo dove il nemico già ha raccolto (Carissimi in San Paolo,1010).

Santissima Trinità,
che hai voluto far rivivere nella Chiesa
il carisma apostolico di san paolo,
rivelandoti nella luce dell’Eucaristia
al beato Giacomo Alberione,
fa’ che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita,
si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli.
Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo
della nuova evangelizzazione,
e suscita, uomini e donne aperti
ai “segni dei tempi” che, sul suo esempio,
operino con i moderni mezzi di comunicazione
per condurre a te I’intera umanità.
E per intercessione del beato Giacomo,
concedimi la grazia che ora ti chiedo… 
Gloria al Padre…

PREGHIERA CONCLUSIVA

Cara e tenera, mia madre, Maria,
tienimi la tua santa mano sul capo;
custodisci la mia mente, il mio cuore, i miei sensi,
perché non commetta mai il peccato.
Santifica i miei pensieri, affetti, parole ed azioni
perché io possa piacere a te
e al tuo Gesù e Dio mio,
e giunga al Paradiso con te.
Gesù e Maria, datemi la vostra santa benedizione:
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Amen.

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