Fioretti di maggio

FIORETTI PER IL MESE DI MAGGIO.
Proposti da Don Giacomo Alberione alla Famiglia Paolina
III EDIZIONE 6 Roma 1987
Edizioni Archivio Storico Generale Famiglia Paolina

D.Alberione fece così un voto a Maria: se nessuno di loro fosse morto in guerra,
avrebbe fatto costruire una grande chiesa in onore della Madonna.

PRESENTAZIONE

In occasione del mese mariano, maggio 1948, Don Alberione fece dono alla Famiglia Paolina di un piccolo opuscolo (cm.. 10×15, pagg. 40), che sulla copertina azzurra porta il titolo Fioretti per il mese di maggio – ad uso manoscritto per le Famiglie Paoline.
Ci piace riproporre queste paginette, dal sapore semplice e sostanzioso, alla riflessione dei fratelli e delle sorelle della Famiglia Paolina.
E’ stato rispettato fedelmente il testo originale, anche nelle espressioni ormai desuete, aggiungendo qualche breve nota ove necessario.
Lo spirito che anima queste pagine è ben riassunto in un trafiletto del Fondatore pubblicato nel numero di maggio del “San Paolo” di quel medesimo anno Eccone il testo:

MAGGIO A MARIA

Maggio ritorna a sorridere nel volger dell’anno. Ed in Maggio sorride Maria. La bella tradizione della nostra Congregazione del Maggio festoso attorno alla Vergine Madre non tramonti nelle nostre case. Ella è la Mamma buona ed affettuosa che ha cura di tutti e di tutto, che a tutti ed a tutto pensa e provvede.
Maggio pieno, dunque!
Pieno di conoscenza più intima e profonda della nostra Madre e Regina: vita, privilegi, missione; pieno di fioretti ed ossequi che portino alla imitazione delle virtù ed esempi di Lei; pieno ancora di preghiere, di canti e di fiducioso abbandono alla cura e protezione sua.
E Maria, Regina degli Apostoli, ci benedica maternamente tutti!

Esaurite le precedenti edizioni, presentiamo la terza alla vigilia dell’anno Mariano (Pentecoste Assunta 1988) indetto dal Santo Padre e ci uniamo alla Sua invocazione perché Maria “risplenda sull’orizzonte dei nostri tempi, mentre ci avviciniamo alla tappa del terzo millennio dopo Cristo”. E’ bello qui ricordare ciò che scrisse il Fondatore nel dicembre 1953 (CISP 586) sotto il titolo: “Anno Mariano – Anno di Speranza” allorché Pio XII promulgò l’anno Mariano per solennizzare il primo centenario della definizione del dogma dell’immacolata: ” risveglio della pietà mariana; imitazione di Maria vivendo nell’innocenza e nell’integrità dei costumi; ritorno ed amore a Gesù Cristo”, ” conoscere Maria, imitare Maria, pregare Maria, zelare Maria”. “Da questa devozione, tanto i singoli cristiani, come i popoli avranno grandi beni. Trovata Maria, troveranno Gesù Cristo, Via e Verità e Vita: che è la più grande ricchezza del mondo. Parlare di Maria: dal pulpito, in privato, in confessionale, nelle conversazioni, nelle scuole, nei catechismi. Scrivere, stampare, diffondere “Il mondo cattolico ha emesso fervidi voti perché il Papa procedesse a definire solennemente tre privilegi riguardo alla nostra cara Mamma Celeste: l’immacolata Concezione, l’assunzione corporea al cielo e la Mediazione universale della grazia. Già le prime due verità sono state segnate con il sigillo dell’infallibilità pontificia. I Paolini portano nel cuore un vivo desiderio: che venga anche aggiunto il terzo nell’ora da Dio segnata: ad onore della Ss. Trinità, a vantaggio delle anime e della Chiesa, ad esaltazione della Ss. Vergine”. Ed infine: “Ossequio collettivo della Famiglia Paolina alla Ss. Vergine è il lavoro del Santuario Regina Apostolorum”. Oggi, a oltre trent’anni dalla sua dedicazione (8 dicembre 1954), è importante rinnovare l’attenzione sulla carica di motivazioni che ha determinato Don Alberione alla costruzione del Santuario e compiere ogni sforzo per perseguire l’obiettivo di rivalutare la funzione del Santuario come punto centrale di riferimento per la Famiglia Paolina e le vocazioni. Ci auguriamo che l’anno Mariano segni un passo avanti in questo cammino.

Silvano M. De Blasio

INTRODUZIONE DELL’AUTORE

Per conseguire la vita eterna, per poter raggiungere la perfezione cristiana e collaborare efficacemente alla salvezza delle anime, è indispensabile la devozione alla Vergine Santissima.
Tutti i santi, infatti, e tutte le anime apostoliche hanno amato Maria con ardore, ciascuno sotto un aspetto personale, secondo la propria fisionomia spirituale.
E non solo gli individui! Anche le comunità religiose hanno, come a sfondo della propria regola di perfezione e delle proprie attività apostoliche, la devozione alla Madonna, che concepiscono sotto un aspetto particolare, conforme al proprio fine specifico.
Le Famiglie Paoline (1) propongono ai propri membri la devozione alla Regina degli Apostoli. Devozione intima, profonda, comunicativa, concepita in questo senso:
La Vergine santissima fu ornata del diadema della divina maternità, e, per conseguenza, della missione specifica di dare il Cristo agli apostoli, al mondo intero. Perciò la Madre di Dio è la prima apostola, anzi l’apostola e la Regina degli Apostoli.
La missione propria dei membri delle Famiglie Paoline è simile a quella della Regina degli Apostoli. Per la sua vocazione alla divina maternità, Maria, la “Virgo Sacerdos” (2), ha dato al mondo il Verbo umanato. Per la loro vocazione all’apostolato, i membri delle Famiglie Paoline, uniti in un unico Ministero sacerdotale, dànno alle anime il Redentore, il divino Maestro Via, Verità e Vita.

(1) Negli anni quaranta e cinquanta Don Alberione usava definire “famiglie” le singole congregazioni paoline. Successivamente usò in senso più proprio il termine famiglia per indicare l’insieme delle istituzioni.
(2) Questa espressione – “Vergine Sacerdote” – era in uso fino alle soglie del Concilio Vaticano II, quando una più corretta dottrina mariologica ed ecclesiale suggerì l’abbandono di questa formula.

Ma Gesù Cristo alle anime lo si dà in misura che lo si possiede. Perciò, a base del loro apostolato, i Paolini e le Paoline devono porre una profonda vita interiore, che li riempia di Dio, sull’esempio della “Piena di Grazia”, affinchè da Maria, per Maria, con Maria, in Maria possano vivere intensamentete la loro vita religiosa e di apostolato. Così essi devono intendere la loro devozione e le loro pratiche mariane, non esclusi i fioretti tradizionali per il mese di maggio.

«La preghiera prima di tutto, la preghiera soprattutto, la preghiera vita di tutto. La preghiera è come il sangue che parte dal cuore, attraversa tutte le membra, nutrendo e vivificando l’intero organismo». Alberione

I GIORNO

Nel Communicantes (1) di Natale leggo: “Beatae Mariae intemerata virginitas huic mundo edidit Salvatorem: l’intemerata verginità della beata Maria generò a questo mondo il Salvatore”. Fu la totale consacrazione che Maria fece di sè a Dio, a meritarle l’unione così intima con lui, sino a divenire la Madre sua, la corredentrice, la dispensatrice, la dispensiera dei suoi tesori.
Anch’io ho fatto la totale offerta di me a Dio, per avere in cambio il dono della fecondità spirituale nel mio apostolato. Più sarò di Dio, più Iddio sarà mio, e più opererà per mezzo di me, rendendo efficace l’opera mia. Fu profondamente sincera e sentita la mia offerta?

Oggi mi esaminerò se vivo seriamente la mia vita religiosa e di apostolato o se vivacchio in una deplorevole mediocrità. In base alla risposta che mi darà la coscienza, fisserò il lavoro di rinnovamento per il mese che mi sta innazi. Reciterò il Magnificat per ringraziare con Maria e in Maria la Ss. Trinità per il dono della vocazione paolina.

II GIORNO

Il Verbo divino volle che la creatura sceltasi come madre fosse, fin dal primo istante della sua esistenza, tutta santa, tutta pura, immune dal peccato originale. E compì il miracolo in merito della sua futura redenzione. Quale immacolatezza esige Iddio dalle persone di cui vuol servirsi per la sua gloria! Solo le anime che s’innalzano possono innalzare il mondo. Se voglio che il mio apostolato sia fecondo di buoni frutti nelle anime, devo attirare loro le grazie divine con una coscienza pura.

Oggi mi ecciterò spesso all’atto di contrizione perfetta per le colpe passate e vigilerò su di me, per evitare tutto ciò che può offendere anche minimamente Iddio. Reciterò la preghiera Ricordati, o piissima Vergine Maria (v. pag. 41), per impetrare, a me e a tutti i membri delle Famiglie Paoline, di essere preservati oggi e sempre dalla colpa grave. Se non l’ho ancora, propongo di acquistare per questo scopo la pratica quotidiana delle tre Ave, Maria.

III GIORNO

Ancor piccina la Madonna si dedica a Dio nella preghiera, nell’obbedienza, nel lavoro e nello studio della S. Scrittura. Il Creatore si prepara egli stesso colei che è predestinata ad essere la Madre del divin Redentore, la privilegiata fra tutte le creature. E la Vergine santa è docilissima all’azione di Dio. Anch’io ho la mano tra le mani di Dio. E’ lui che mi guida per la mia via, attraverso ì superiori, gli avvenimenti, le ispirazioni, le sofferenze stesse. Ogni avvenimento sulla terra è un sacramento che mi dona Dio: il saperlo prendere è grande sapienza.

Oggi, sull’esempio di Maria, accetterò generosamente ogni avvenimento esterno e interno che Iddio ha disposto nella mia giornata, perché si compia in me la sua divina volontà. Reciterò la Salve Regina per domandare il perfetto abbandono alla volontà di Dio e la grazia di poter sempre, anche nella sofferenza, far dono al prossimo del mio sorriso che rifletta la bontà divina.

IV GIORNO

All’arcangelo Gabriele che le annunciava il mistero dell’incarnazione, la Vergine santissima, penetrata da luce soprannaturale, è compresa della sua missione divina, e perciò risponde pronunciando umilmente, con grande coraggio e profondo abbandono alla volontà di Dio, il suo generoso “fiat”. Anch’io ho detto il mio “sì” a Dio, quando mi ha rivolto l’invito a seguirlo nella via più perfetta, e mi ha affidato la missione dell’apostolato. Vi sono sempre stato fedele? Lo sarò in seguito? La fedeltà a Dio è una virtù che, come ogni altra, non si acquista d’un tratto. Essa richiede spesso l’eroismo e all’eroismo ci si arriva con. l’abituale corrispondenza alla grazia.

Oggi rinnoverò la mia offerta con lo spirito di Maria apostola: Ecce ancilla Domini: fiat mihi secundum verbum tuum: ecco l’ancella del Signore: sia fatto di me secondo la tua volontà, Reciterò il Sub tuum praesidium per ottenere la perseveranza nella vita religiosa per me e per tutte le persone che condividono la mia vita di apostolato.

V GIORNO

La Vergine santissima valorizzava anche le azioni più ordinarie, perché in ogni cosa teneva presente la sua missione: collaborare col Verbo, suo divin Figlio, alla gloria di Dio e alla redenzione del mondo. Per questo in ogni istante si teneva nella più dolce intimità col Figlio suo Dio, assieme al quale ella offriva all’eterno Padre ogni sua aspirazione, ogni sua parola, ogni azione. Da questa unione intima attingeva quell’ardore vivo che la spingeva nella vita esteriore, quando c’era da esercitare la carità.

Oggi leggerò nel S. Vangelo il tratto della Visita di Maria a S, Elisabetta e contemplerò per qualche istante la Vergine santa, bella, calma, maestosa, intimamente raccolta col Verbo di Dio, mentre percorre con sollecitudine le montagne della Giudea sospinta dalla carità e ricca di grazia divina. Così devo compiere il mio apostolato, qualunque esso sia, sicuro che, quando opero soltanto per Iddio, alla sua divina presenza, posso ascoltarlo nel silenzio e modulargli ininterrottamente il mio canto d’amore e di lode, anche in mezzo al mondo o fra le più varie distrazioni. Con giaculatorie e aspirazioni ardenti, disseminate lungo la giornata, domanderò alla Madonna la pietà apostolica per me e per tutte le persone che partecipano della mia vocazione.

VI GIORNO

Quando la Vergine Madre ebbe accolto dalla cugina Elisabetta l’espressione del giubilo e della riconoscenza per la santità comunicata a lei e al suo bambino, uscì nel cantico di lode più nobile e più elevato che non sia mai uscito da labbra umane: il Magnificat! E nel riconoscimento dei privilegi accordatili da Dio dichiara apertamente in un’estasi d’umiltà, la sua bassezza e indegnità: “Egli ha riguardato alla bassezza della sua ancella… Fece a me grandi cose, Colui che é potente”. Le persone sinceramente umili riconoscono che tutto ciò che possiedono l’hanno da Dio e perciò con gratitudine immensa indirizzano a lui ogni lode e onore. E quando Dio opera in esse e per mezzo di esse, il loro amore riconoscente le fa erompere in un ininterrotto inno di lode all’altissimo. E Iddio, che ama il canto sgorgante dai cuori umilmente riconoscenti s’invaghisce di esse e le colma sempre di sublimi favori.

Oggi rifletterò su questo pensiero: quanto più Iddio, dà, tanto più deve ottenere. Egli sapeva che questo si sarebbe avverato in Maria, e perciò le affidò grandi cose. Io pongo forse qualche impedimento ai suoi favori, appropriandomi della sua gloria?
Reciterò il Magnificat per ringraziare Dio, con Maria, di tutti i doni concessimi.

VII GIORNO

La Madonna è la “Piena di grazia”, la “Tutta santa”, il tabernacolo vivente della Trinità. Assorta in questi misteri di grazia Ella prese, sì, vera parte attiva alla vita degli uomini, ma sempre assorta in Dio col Cristo suo Figlio, con l’anima di corredentrice, di mediatrice, di santificatrice e dispensatrice del sangue divino. E’ la Regina dell’apostolato interiore!
Anch’io, quando posseggo la divina grazia, sono il tabernacolo di Dio, perché la Trinità Ss. è presente, vivente e operante nella mia anima. Allora, e solo allora, divento capace ad operare divinamente, perché Dio opera in me e per mezzo mio.

Oggi mi sforzerò per mantenermi, sull’esempio della Madonna, in dolce intimità con il mio Ospite divino, per tutti coloro che non lo conoscono e non lo amano, convinto di quanto afferma S. Giovanni della Croce: “Il minimo atto d’amore puro ha più valore agli occhi di Dio ed è più benefico per la Chiesa e per l’anima stessa, che non tutte le altre opere unite insieme”.
Reciterò la preghiera O Gesù, vivente in Maria (v. pag. 41) per impetrare a tante anime elette l’attrattiva dell’apostolato interiore.

VIII GIORNO

Maria, conscia della sua maternità divina, non manifestò a nessuno, neppure a san Giuseppe, il mistero di cui Iddio l’aveva fatta depositaria. Attese che Dio stesso lo manifestasse quando e a chi fosse piaciuto, pur sapendo quanto le sarebbe costato il suo silenzio.
“Sacramentum Regis abscondere bonum est: è buona cosa nascondere il segreto del Re”. Nella vita di comunità e nell’esercizio del mio apostolato Iddio mi chiede spesso rinuncie, espiazioni, sacrifici intimi, sconosciuti a tutti. Sono i segreti del Re. Forse valgono il riscatto di qualche anima! La generosità in essi è il vero segno dell’amore, perché sono noti a Dio solo, al sicuro da lodi vane, da umane compiacenze.

Oggi non voglio profanarli manifestandoli alle creature e su ogni spina che mi donerà Iddio mi sforzerò di far spuntare una rosa di carità.
Reciterò l’ave maris stella per impetrare la corrispondenza alle grazie intime e personali.

IX GIORNO

Maria è madre dì Gesù, ma madre vergine. Tanto più madre, quanto è vergine, tanto più vergine quanto è madre. Gesù, giglio purissimo, volle venire al mondo attraverso una madre degna di, lui Nell’esercizio del mio apostolato devo avvicinare le anime e maneggiare il Vangelo col candore con cui la Madonna prestava le cure materne al Verbo Incarnato. “Beati mundo corde – ha proclamato Gesù – quoniam ipsi Deum videbunt: beati i mondi di cuore, perché essi vedranno Dio”, Lo vedranno nelle anime, lo serviranno in esse. Quanto più il mio cuore sarà puro e mondo, tanto più saró in grado di manifestare Gesù, di darlo al mondo con l’esempio, con la parola e con l’apostolato.

L’anima vergine non si permette un solo sguardo che. non sia rivolto al Cristo, Oggi in tutte le mie relazioni con le persone della comunità e con gli estranei, osserverò una serena ed esemplare modestia.
Reciterò qualche volta l’invocazione Mater purissima per impetrare a tutte le Famiglie di S. Paolo l’amore verginale e operoso per le anime.

X GIORNO

Quando la Madonna ha l’immensa gioia di dare al mondo il Salvatore nella grotta di Betlemme, l’angelo dice ai pastori: “Io vi annuncio una novella che sarà una grande gioia per tutto il popolo. E’ nato nella città di David un Salvatore che è il Cristo Signore”,
Col mio apostolato posso anch’io far giungere a tante anime la gioia altissima e purissima che. reca la luce del Vangelo. Ma perché i miei sforzi non siano inutili, un duplice ideale deve far vibrare l’anima mia, come quella della Vergine santissima: la gloria di Dio e la redenzione del mondo. Questo è il motto della mia Congregazione: se voglio esserne membro degno devo sentire profondamente in me, lo devo vivere, lo devo far vivere attorno a me.

Oggi in compagnia della Madonna, cercherò di fare con diligenza e raccoglimento il mio piccolo dovere, ispirandomi ai sentimenti di fede e di amore con cui ella presentò il Bambino ai pastori e ai Magi. Il mio esempio può fare tanto bene…
Reciterò la preghiera O Immacolata Maria (v. pag, 42), per chiedere vocazioni missionarie e vocazioni indigene all’apostolato delle edizioni.

XI GIORNO

Presentando il suo divin Figlio al Tempio, la Vergine santa l’offre per noi nel dolore. Tuttavia questa sofferenza è unita molto intimamente alla gioia che le recano le parole di pace, proferite da Simeone: “Or lascia, o Signore, che il tuo servo, secondo la tua parola, se ne vada in pace, parché gli occhi miei hanno mirato il Salvatore, da te preparato nel cospetto di tutti i popoli”. Quanto più le anime si avanzano nelle vie dell’amore, tanto più duri devono aspettarsi i sacrifici. Però, se Iddio riserba alle anime elette le sofferenze morali e spirituali più penose, riserba anche ad esse le gioie dello spirito più alte, più pure, più inebrianti. Queste anime infatti, vengono dalla grazia rese più conformi all’immagine del Figlio di Dio: salgono con lui il Calvario, ma poi saranno pure rese partecipi del trionfo della risurrezione e della gloria dell’ascensione.

Oggi penserò spesso alla bontà di Dio e accetterò volentieri dalle sue mani paterne tutti i piccoli sacrifici che mi richiederà l’esercizio dell’apostolato e la fedeltà all’osservanza religiosa.
Reciterò la Salve Regina per le anime tentate, onde ottener loro luce, conforto e forza.

XII GIORNO

Gesù, ritrovato nel Tempio, dice a sua Madre e a san Giuseppe: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Maria accetta nell’oscurità della fede ciò che non può ancora comprendere. Il mistero della, Redenzione le si rivelerà progressivamente in tutta la, sua profondità e in tutta la sua estensione. Ella comprenderà a poco a poco che le parole di Gesù. alludevano a quei piccoli distacchi di cui sarà, disseminata l’intera sua vita, fino al supremo distacco sul Calvario. E volta per volta li accetterà ed offrirà in delicata dimostrazione d’amore. Anche per me la vita religiosa e di apostolato, il cui ideale mi inebriava al principio, mi riserva e mi riserverà molti duri sacrifici, prima che io possa gustare la gioia del fine raggiunto.

Oggi, meditando queste cose, protesterò al Signore che voglio raccogliere per amor suo tutte le spine che ha sparso lungo il mio cammino.
Reciterò il quinto mistero gaudioso per impetrare la robustezza della fede a me e a tutte le anime chiamate all’apostolato delle edizioni.

XIII GIORNO

In Cana di Galilea Gesù, accondiscendendo alla materna preghiera della Vergine santissima, operò prodigiosamente la conversione dell’acqua in vino. Questo particolare del Vangelo solleva alquanto il velo che nasconde gli ammirabili tesori della Madre di Dio e la bellezza dell’anima sua, tutta ripiena di carità. Se io mi chiudo egoisticamente in me, sono come una minuscola lucciola che non vede se non la piccola porzione di spazio rischiarata dalla sua debole luce. Ma se estendo i miei ideali e nobilito la mia vita indirizzandola agli interessi di Dio e delle anime, vedo attorno a me persone che vibrano dalla gioia e dal dolore, alle quali posso far dono di bontà e di comprensione. Il gaudio altrui, quando è condiviso, si moltiplica; il dolore si dimezza.

Oggi, ad imitazione della Madonna, compirò almeno due atti di carità, curandomi di essere utile in qualche cosa non richiesta. Reciterò l’atto di consacrazione dell’apostolato a Maria, Regina degli Apostoli per impetrare la grazia di essere per le anime, come la Madonna, un riflesso dell’infinita bontà di Dio.

XIV GIORNO

Durante la vita pubblica di Gesù, Maria ascoltava le parole di vita che uscivano dalla labbra del suo divin Figlio, con in cuore la brama ardente che tutti gli uomini chiamati a formare l’unico ovile sotto 1’unico Pastore, aderissero alla sua divina parola. Non potendo ascoltare di persona la parola del divin Maestro, come l’ascoltava la Madonna, tutti gli uomini che non furono contemporanei di Gesù sono in dovere di cercarla nella Chiesa che ne è la depositaria. Ma quanti, che vivono e vivranno sulla faccia della terra, non conoscono e non conosceranno mai questa distributrice di verità e di vita eterna! L’apostolato della stampa, del cinema, della radio, al quale noi siamo dedicati, costituisce attualmente il mezzo più celere ed efficace per estendere al mondo intero la buona novella contenuta nel Vangelo, predicata dalla Chiesa.

Oggi bacerò qualche volta il Vangelo per rendere alla parola di Gesù l’omaggio che non le rendono le perosne che la ignorano. Reciterò spesso la giaculatoria Regina Apostolorum, ora pro nobis per chiedere alla Madonna ferventi vocazioni indigene all’apostolato delle edizioni perché facciano conoscere e portino il Vangelo nelle loro terre.

XV GIORNO

Maria Ss., per essere degna Madre di Dio, doveva essere “piena di. grazia”, preservata dal peccato originale, associata a tutte le sofferenze e a tutte le glorie di Gesù. E per la sua missione sublime, unica al mondo, doveva avvicinare più intimamente di tutti il Verbo umanato nei due grandi misteri dell’ Incarnazione e della Redenzione. Iddio rende partecipi dei misteri della fede e avvicina maggiormente alla sorgente della grazia le anime chiamate in modo particolare a continuare sulla terra la missione della sua divina Madre. “Se rimarrete in me porterete frutto, molto frutto”.

Oggi voglio compiere diligentemente le pratiche di pietà, prescritte dalla regola, poi me ne starò tutto il giorno raccolto, in devota attenzione alle divine ispirazioni, come un pîccolo recipiente alle divine sorgenti, onde, ripieno il cuore di ardore, possa lasciar sgorgare sulle anime gli effluvi della grazia divina. Durante l’apostolato reciterò spesso la giaculatoria: O Maria, Madre e Regina degli Apostoli, che hai dato al mondo il divino Verbo Incarnato, guardami amorosamente e benedici questo piccolo apostolato che compirò per te e in te.

XVI GIORNO

Durante la passione del Redentore, Maria Ss. vide prepararsi e consumarsi il più grande dei delitti che mai abbia macchiato la terra, il deicidio e, nella sua viva sensibilità di madre, risenti tutte le sofferenze del divin Figlio.. La causa profonda dei dolori di Maria, come quelli di Gesù, fu il peccato. La misura del suo dolore fu quella del suo amore per il Figliolo divino e per le anime. Se voglio unirmi alla Vergine Ss, nella sua opera di Corredentrice e di Mediatrice, devo avere: un grande amore per Iddio, offeso dal peccato; un desiderio ardente per la salute delle anime che la colpa allontana dal loro fine; larga generosità in tutto quello che Iddio può richiedere da me come cooperazione per il ritorno delle pecorelle all’ovile.

Oggi, durante l’apostolato, farò spesso atti di fede e di amore a Gesù per quelli che non credono in lui, non lo amano e l’offendono, cercando di immedesimarmi dei sentimenti che fecero vibrare l’anima della Vergine Ss, durante il tempo della Passione di Gesù, Bacerò spesso il Crocifisso per riparare i peccati di tutti gli uomini e in particolare quelli causati dalla stampa, dal cinema e dalla radio.

XVII GIORNO

Ai piedi della croce Maria, muta per il dolore, con l’anima trapassata dalla spada predetta da Simeone, guarda il suo divin Figlio con occhi dai quali traspare tutto l’amore e tutto il dolore che la strazia. La passione di Gesù fu in sè completa per compiere la Redenzione. Ma fu completa nel Capo! Anche ai membri del Corpo Mistico, spetta la loro parte di collaborazione per completare ciò che manca alla passione di Gesù. Il primo posto lo tiene la Madre di Dio, i cui meriti sono di una fecondità inesauribile per il loro valore corredentivo di merito, di soddisfazione e di preghiera. Seguono le anime cortedentrici, ciascuna in proporzione della sua particolare missione. Se Iddio chiama anche me a far parte di questa categoria di anime elette, sono pronto a dirgli il mio “sì” generoso e sincero?

Oggi nella Visita al Ss. Sacramento pregherò il Signore a farmi comprendere il valore della sofferenza corredentiva. Reciterò lo Stabat Mater per coloro che sono colpiti da pene fisiche, morali e spirituali affinché abbiano la grazia di valorizzarle per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

XVIII GIORNO

Sul Calvario, quando la fede stessa degli apostoli vacillò; quando Gesú pareva vinto e la sua opera annientata per sempre; quando il cielo stesso sembrava non rispondere alle suppliche del Crocifisso, Maria non cessò un istante di credere che il suo divin Figliuolo era il Redentore dell’umanìtà. In questo suo atteggiamento la Vergine Ss, mi dà un grande ammaestramento. Nella mia vita di apostolato non mancano le ore nelle quali tutto pare inutile o anche perduto. Incomprensioni, incorrispondenze, ostacoli, incapacità, insuccessi… sono cose di quasi tutti i giorni. In tali circostanze devo essere fedele all’impegno che l’istituto ha col Signore: da parte nostra fare tutto il possibile per cercare il regno di Dio e la sua giustizia e sperare da lui tutto il resto. Perciò mi fiderò pienamente, perdutamente della misericordia paterna di Dio, della sua onnipotenza divina e della sua fedeltà eterna.

Oggi mediterò per qualche istante il Segreto di riuscita cercando di comprenderne il senso.
Reciterò qualche volta l’atto di fede immedesimandomi dei sentimenti della Madonna ai piedi della croce.

XIX GIORNO

Ai piedi della croce Maria fece un atto supremo di speranza, quando tutti vennero meno. Ella intese il senso preciso della parola rivolta da Gesù al buon ladrone: “Oggi sarai meco in Paradiso” e fin d’allora, sicura sulla parola del suo divin Figlio, vide aprirsi il cielo per gli eletti La speranza nel dolore fu la via della Vergine addolorata e di tutte le anime sante. E’ vero, i santi desideravano patire e soffrire per glorificare Iddio e per collaborare alla salute delle anime. Ma non sempre ebbero nelle loro prove la coscienza di essere da lui posseduti. Spesso, infatti, Iddio faceva loro assaporare in tutta la sua amarezza la pena di un apparente abbandono. Ed essi, credendosi. ormai ripudiati dal cielo, gemevano e languivano con l’anima affranta e quasi paralizzata. Eppure speravano contro ogni speranza.

Oggi nella prima parte della Visita penserò a queste cose e le applicherò a me.
Reciterò qualche volta l’atto di speranza per impetrare il fidente abbandono in Dio a tutte le anime afflitte da pene interiori.

XX GIORNO

La Vergine santa ai piedi della croce fece il più grande atto di carità possibile a creatura umana: amò Dio fino al punto di offrirgli tra le maggiori torture il suo Figlio innocente; Lo amò sopra tutto, quando egli la colpiva nelle sue affezioni più alte e più profonde, nell’oggetto stesso della sua legittima adorazione. Certi scambi d’amore con si fanno che sulla croce, Là si compie e si perfeziona l’unione con Dio; là si rende feconda e attiva ogni opera di zelo.. L’anima veramente amante e profondamente apostola, imitando in questo i1 gesto dell’addolorata ai piedi del Crocifisso, fa della sua vita una preghiera, un olocausto, quasi una Messa continua, nella quale offre se stessa a Dio per la sua gloria e per la salvezza delle anime in unione del Cristo agonizzante.

Oggi, in unione alla Madonna, offrirò spesso al Padre Gesù Cristo che s’immola sugli altari, secondo le intenzioni espresse nella preghiera per l’apostolato delle edizionî “Per chi sente sete di anime come Gesù”. Reciterò qualche volta l’atto di carità per ottenere l’amore perfetto a tutte le anime che si dedicano all’apostolato.

XXI GIORNO

La Madonna è madre del divin Sacerdote Gesù. Non ebbe il potere di consacrare l’eucarestia, ma l’amore di offrire a Dio la vittima divina, Con lui e in lui, onorò il Padre e fece giungere fino alla sua infinita Maestà l’umile omaggio dei proprio essere. Come membro dei Corpo Mistico di Cristo io partecipo al “Sacerdozio regale” di cui parla san Pietro. Come membro della Famiglia Paolina, ho una missione che si avvicina a quella della “Virgo Sacerdos” perché il mio Istituto ha lo scopo di conformare i suoi membri al Cristo, affinché lo diano completo alle anime. Io posso compiere questa missione in qualunque apostolato, anche il più umile, perché ciò che valorizza la mia opera non è la nobiltà dell’ufficio, ma l’intenzione e l’amore con cui la compio.

Oggi, almeno in íspíríto e profonda umiltà, cercherò l’ultimo posto, quello in cui nessuno si ricorda di me, come ílpíù adatto per custodire il cuore e l’intenzione per Iddio solo. Farò tutte le pratiche di pietà in unione della Madonna, perché ottenga a me e a tutte le anime consacrate all’apostolato delle edizioni la grazia di comprendere e di vivere íntensamente lo spirito della nostra vocazione.

XXII GIORNO

Il testamento lasciato da Gesù morente dall’alto della Croce: “Figlio, ecco tua Madre, Donna, ecco tuo Figlio”, creò fra Maria e Giovanni un legame spirituale molto intimo, che in Giovanni avvolse e penetrò tutte le anime apostoliche, tutte le anime riscattate dal sacrificio della croce. E per le membra del Corpo mistico, la Vergine Ss. ha quella stessa materna sollecitudine e premurosa carità che ebbe per il Capo. Dottrina sublime quella del Corpo Mistico. Il Cristo totale non è il Cristo morto e risuscitato, ma il Cristo unito alla moltitudine dei fedeli. Egli vuole che ci abbandoniamo a lui, che gli doniamo corpo e anima per assimilarseli, appropriarseli e vivere in noi la sua stessa vita d’amore e di unione col Padre.

Oggi, nella comunione sacramentale e spirituale rinnoverò a Gesù l’offerta di me stesso: dell’intelligenza, della volontà, del cuore, dei sensi, dell’intero essere, perché in ogni istante della giornata Egli contempli, ami e glorifichi in me la Trinità Ss. Aspirazioni spontanee e frequenti alla Madonna perché guidi tante anime alla totale conformità col Cristo.

XXIII GIORNO

Quale dev’essere stata l’attesa della Vergine Ss. nella notte del Sabato Santo, mentre aspettava la risurrezione del suo divin Figlio! Nessuno al mondo la desiderava come lei E, secondo le testimonianze dei Santi Padri, fu lei la prima. a cui il divino Risorto apparve, appena albeggiò la Pasqua. Ma la sua fu gioia scevra di egoismo. Godeva della gioia stessa del Figlio, risorto e glorificato, pregustava quella delle anime da Lui redente, per le quali venivano riaperte le porte del Cielo. Se nella vita mi sforzo di accettare il calice del dolore, come fece Maria, per la gloria di Dio e la conquista della sua grazia per me e per le anime, un giorno riceverò anche il calice della gioia, frutto del possesso di Dio. Ma anche qui non devo essere egoista. La mia vera gioia dev’essere quella di sapere che Iddio viene conosciuto e amato.

Oggi cercherò di compiere il mio apostolato con maggior diligenza affinché gli eretici, gli scismatici e gli infedeli possano presto godere dei frutti della Redenzione. Reciterò l’antifona pasquale Regina Coeli per unirmi alla gioia provata dalla Madonna alla risurrezione di Gesù.

XXIV GIORNO

All’Ascensione di Gesù la Vergine Ss. non segui subito il suo divin Figlio alla gloria. Ella doveva restare ancora nella Chiesa militante come il cuore che ama, che soffre e che merita, sostenendo gli apostoli nel loro duro lavoro. Quante volte devo rinunciare anch’io alle dolcezze dell’ intimità con Dio nella preghiera, ad un prolungato ringraziamento dopo la santa comunione, a letture spinituali che mi sazierebbero lo spirito, perché mi attendono i doveri dell’apostolato! Quante volte devo anche rinunciare alla quiete della vita di comunità per portarmi lontano, in città, paesi, famiglie, in tutti gli ambienti, per propagare la divina parola. Forse l’obbedienza mi chiederà anche il sacrificio della patria per andare in lontane regioni…

Oggi sarò diligente in tutte le piccole osservanze di orario e di silenzio per dispormi alle rinunce che mi richiede e mi richiederà la vita di apostolato, Reciterò il secondo mistero glorioso per impetrare la generosità nell’apostolato e la lieta rinuncia a tutto ciò che riguarda soltanto la mia persona.

XXV GIORNO

Durante i nove giorni di ritiro, in preparazione alla Pentecoste, la Ss. Vergine compì il primo atto ufficiale di Madre della Chiesa e di Regina degli Apostoli. Conservò unito il piccolo gregge, lo tenne fedele all’ultimo comando del Redentore, avvalorò le preghiere di quello stuolo eletto con la preghiera propria, interpose la sua potente intercessione per far di quelle anime radunate delle vere anime apostoliche. Gli apostoli fecero il loro primo corso di esercizi con Maria, sotto la sua guida. Da lei impararono a pregare, a perseverare, a pensare a se stessi, a prepararsi all’apostolato. Il mio esame di coscienza, il mio ritiro mensile, gli esercizi annuali mi riusciranno tanto più fruttuosi in quanto li affiderò a Maria e li farò con lei e in lei.

Oggi, sotto i1 suo sguardo farò l’esame di coscienza e affiderò a lei i1 mio lavoro spirituale.
Reciterò il Veni Creator per impetrare lo Spirito Santo su la Chiesa docente, su i miei superiori e su tutte le persone che hanno uffici di responsabilità.

XXVI GIORNO

Dopo la Pentecoste Maria Ss. si ritirò in casa dell’apostolo Giovanni. Nella solitudine e nel silenzio ella meditava i misteri della vita del Redentore, Sorvegliava, custodiva e dirigeva la Chiesa nel primi anni della sua esistenza, sosteneva gli apostoli con la preghiera, il consiglio, l’incoraggiamento. Come ha compreso e sorretto i primi apostoli, Maria comprende e sostiene gli apostoli di ogni tempo; comprende e sostiene anche me nelle vicende quotidiane. Ma per meritare questa protezione materna è necessario che, sull’esempio degli apostoli, io non me ne renda indegno con la colpa, che ponga nella Vergine santa la massima fiducia e che mi sforzi per starmene senza posa alle sorgenti della divina grazia, per poter a mia volta comunicare la vita divina alle anime.

Oggi, nelle difficoltà dell’apostolato mi rivolgerò fidente alla Madonna, come si rivolgevano a lei gli apostoli nei momenti di perplessità e di dubbio. Raccomanderò spesso alla sollecitudine materna della Madonna specialmente le persone che si dedicano alla propaganda, perché conceda loro la grazia di andare incontro ad ogni evenienza con le disposizioni d’animo con cui vi andava il divin Maestro nella sua predicazíone.

XXVII GIORNO

Durante i lunghi anni del suo esilio (dalla Pentecoste alla morte) ciò che sostenne la Madonna fu l’unione intima col suo divin Figlio. Ogni giorno, cosi la tradizione, lo riceveva nella santa comunione in un’estasi di fede e di amore. Tutta la sua vita era permeata di lui, pensava con lui, agiva con lui, pregava con lui. Ecco come devo trascorrere il mio esilio. Con Gesù, per Gesù, in Gesù: come Maria. Così, nonostante le inevitabili pene della vita, potrò trovare già quaggiù il cielo anticipato. Il paradiso infatti è visione, amore e gaudio di Dio. Ma anche ora posso vedere Dio pur nell’oscurità della fede, posso amarlo in una vita d’intimità con lui che mi dà il gaudio di possederlo nell’anima mia.

Oggi mi sforzerò di imitare la vita di fede, di amore e di unione con Gesù della Vergine Santissima, durante i lunghi anni del suo esilio sopra questa misera terra. Reciterò la Preghiera alla Madonna del silenzio (v. pag. 42), per impetrare dalla Vergine Ss, luce, forza e conforto a tutte le anime che gemono in questa valle di lacrime.

XXVIII GIORNO

Maria Ss. mori d’amore come il divin suo Figlio era morto di dolore, dolore che era effetto di infinito amore. La sua anima entrò in possesso dell’eterna felicità, e Iddio anticipò per lei l’ora della risurrezione, associandola a Gesù nella vittoria sulla morte, perché sul Calvario era stata associata alla sua vittoria sul peccato. A me non sarà forse dato di morire d’amore, tuttavia posso conoscere e amare così profondamente e intensamente Iddio che, quando giungerà la morte, essa mi sia liberazione dalla materia, e mi dia possibilità di slanciarmi definitivamente in lui. Anche per me il grado di gloria sarà in proporzione della grazia e del merito che avrò al momento della morte. Finché perdura lo “stato di via” sono nella possibilità di accrescerli e devo vigilare per far tesoro anche dell’istante, perché Iddio e le anime lo reclamano.

Oggi passerò la mia giornata come se fosse l’ultima della vita.reciterò qualche volta la seconda parte dell’ave Maria, perché la Madonna, con la sua intercessione, ottenga la salvezza eterna a tutte le persone che in questa giornata passeranno all’altra vita.

XXIX GIORNO

In cielo Maria, come il suo divin Figlio, non merita più, non soffre più per riparare, ma non cessa di pregare per tutti gli uomini, perché siano ad essi applicati i frutti della Redenzione. Di lei si può dire, come di Gesù: “semper vivens ad interpellandum pro nobis: è in continua preghiera d’intercessione per noi”. Gesù l’ha coronata non soltanto di gloria, ma anche di potenza. Ella continua e perfeziona in cielo la missione iniziata in terra. Anch’io nello scegliere la mia vocazione e la “mia via” nel lavoro spirituale, scelgo la “mia missione” eterna che svolgerò in cielo. In paradiso continuerò ad essere della Famiglia Paolina, accanto alla Madonna, per continuare con lei a donare Gesù alle anime.

Oggi mi domanderò spesso: ho ben chiara in mente la missione che, nel mio stato, devo esercitare in terra e che continuerò in cielo? Reciterò il quinto mistero gaudioso per impetrare a tutti i membri delle Famiglie Paoline piena intelligenza della loro nobile missione e perfetta corrispondenza all’azione della grazia nella loro anima.

XXX GIORNO

La nostra statua della Regina degli Apostoli raffigura la Madonna che, nel presentare il divin Redentore al mondo, nasconde quasi se stessa, perché compaia lui solo. Quale purezza d’intenzione non esige Dio dalle anime di cui vuol servirsi per la sua gloria! Egli vuole che esse lo amino di amore puro, semplice, cosi che si sentano del tutto spoglie e libere da ogni affetto, da ogni desiderio e da ogni immaginazione, come se fossero morte a tutte le cose e perfino a se stesse, in modo da divenire deiformi e immerse in lui, come una goccia di acqua nel mare. L’apostolo deve scomparire per lasciare che Dio stesso pensi, ami, operi in lui.

Oggi mi esaminerò se nel mio apostolato cerco di dare alle anime non la mia persona, ma Gesù, ossia se non cerco la mia soddisfazione personale ma solo la gloria di Dio e il bene delle anime. Reciterò la coroncina Vergine Maria, Madre di Gesù. per impetrare la retta intenzione nell’apostolato a me e a tutti i membri delle Famiglie Paoline.

XXXI GIORNO

Una incisione bizantina del secolo VI raffigura la Vergine Ss, tutta raggiante, con le braccia aperte, a guisa di orante, che porta in seno il Verbo Incarnato, racchiuso in un’ostia, nell’atteggiamento di Maestro. E, la raffigurazione più epressiva della vita interiore e della vita attiva di Maria, modello delle anime apostoliche. Le anime vergini hanno, come la Madre vergine, in modo tutto particolare la missione di generare e far crescere il Cristo nelle anime. L’apostolato di queste privilegiate, come quello della Vergine Ss., è un dottorato, un sacerdozio. Esse sono come il giglio che eleva fieramente il suo calice biancooro al sole, come la rosa che si apre profumando, e profumando muore. A tali anime privilegiate fanno seguito, secondo il grado di amore per Cristo, tutte le anime apostoliche, di ogni età, di ogni luogo, di ogni condizione di vita.

Oggi, pensando alla grandiosità e alla nobiltà dell’apostolato cattolico, supplicherò la Vergine Santissima di voler spingere tante fresche giovinezze, a librarsi con energico colpo d’ala verso ideali e orizzonti di apostolato, nel modo che lo permette la loro condizione. Reciterò la Coroncina alla Regina degli Apostoli per questo scopo.

CONCLUSIONE

L’apostolo Paolo c’insegna: “Quelli che Dio ha conosciuti nella sua prescienza li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Rom. 7,29). Prima fra i predestinati è la Vergine santissima, la piena di grazia, la creatura che si è conformata al Cristo nel modo più perfetto. Ella, che diede al mondo il Maestro divino, la Verità alla quale tutti dobbiamo credere, la Via che tutti dobbiamo seguire, la Vita da cui deriva il nostro operare, ne ascoltò per prima gli insegnamenti con animo attento e docile, seguì le stesse sue orme in qualità di Mediatrice e Corredentrice, partecipò alla sua vita fino a identificarsi in lui, quanto è possibile a creatura umana elevata alla dignità di Madre di Dio.
Su Maria si sono modellati gli apostoli, si sono modellati, si modellano e si modelleranno tutti i santi e tutte le anime elette.
Su Maria deve modellarsi anche ogni membro delle Famiglia Paoline. Nella vita spirituale intima ciascuno di essi deve lavorare intensamente per conformarsi al Cristo sull’esempio di Maria, in un unico spirito, secondo le direttive delle proprie costituzioni.

Così nella vita apostolica. Ai sacerdoti spetta il compito specifico di continuare nel tempo e diffondere nello spazio il ministero del Cristo; ai religiosi laici di affiancare i sacerdoti come fecero i discepoli non insigniti del carattere sacerdotale con gli apostoli; alle Suore di collaborare allo zelo sacerdotale quanto è possibile alla donna mediante l’opera, la preghiera, il sacrificio.
Guida e modello di tutti e dei singoli è sempre la Madonna, la Virgo Sacerdos, la Madre, Maestra e Regina degli Apostoli. E se essi comprenderanno e praticheranno a fondo la divozione alla Madre di Dio, ella li riempirà del Cristo affinché, trabboccanti di lui, lo riversino sulle anime. Per Maria a Gesù. Per Gesù al Padre, nello Spirito Santo.

PREGHIERE

ORAZIONE DI S. BERNARDO

Ricordati, o piissima Vergine Maria, non essersi mai udito al mondo che qualcuno abbia ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da tale confidenza, a te ricorro, o Madre, o Vergine delle vergini, a te vengo, e, peccatore contrito, innanzi a te mi prostro. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami propizia ed esaudiscimi. Amen.

A GESU’ VIVENTE IN MARIA

O Gesù, vivente in Maria, vieni e vivi nei tuoi servi, nello spirito della tua santità, nella pienezza delle tue virtù, nella perfezione delle tue vie, nella verità delle tue virtù, nella comunione dei tuoi misteri; domina ogni potere nemico, nel tuo Spirito, a gloria del Padre.

O IMMACOLATA MARIA O

Immacolata Maria, corredentrice del genere umano, guarda agli uomini, riscattati dal sangue del tuo divin Figlio e ancora avvolti in tante tenebre di errori e in tanto fango di vizi. La messe é sempre molta, ma gli operai ancora molto scarsi. Abbi pietà, o Maria, dei tuoi figli, che il moribondo Gesù ti raccomandò dalla croce. Moltiplica le vocazioni religiose e sacerdotali; dacci novelli apostoli pieni di sapienza e di fervore. Sostieni con le tue materne premure le amine che consacrano la loro vita a. vantaggio del. prossimo. Rammenta quanto facesti per Gesù e l’apostolo Giovanni; ricorda le tue dolci insistenze presso il Signore per ottenere lo Spirito Santo agli apostoli. Tu fosti la, consigliera dei primi apostoli e degli apostoli di tutti i tempi. Con la tua onnipotenza supplichevole, rinnova. ancora la divina Pentecoste sui chiamati all’apostolato; santificali; accendili di santo ardore, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Dirigili in tutti i loro passi; previenili con le tue grazie; sostienili nei momenti di sconforto; corona il loro zelo can manipoli copiosi. Esaudiscici, o Maria, perché tutti gli uomini accolgano il divino Maestro, Via e Verità e Vita; divengano docili figli della Chiesa cattolica; e tutta la terra risuoni delle tue lodi e ti onori come Madre, Maestra e Regina. E così tutti possiamo giungere al beato soggiorno della felicità eterna.
Ave, o Maria. – Regina degli Apostoli, prega per noi.

ALLA MADONNA DEL SILENZIO

Dolce Madre di Gesù e Madre mia che ogni giorno mi poni soavemente in cuore il tuo Figlio divino, fa’ ch’io non disturbi il suo riposo con il cicaleccio del labbro o della mente, ma attenda da te il cenno per aprire la bocca e dia parola di saggezza e di prudenza. Tu che serbavi nel tuo cuore le cose che di Lui, Gesù, si dicevano, che sei Regina degli Apostoli, fa’ che io custodisca cautamente in me la fiaccola della parola di Dio per irradiare la sua luce. Che il mio silenzio sia apostolico, fecondo, e la mia parola si elevi ai casti silenzi in cui si ode la voce di Dio, nostro Signore. Amen.

INDICE

Presentazione pag. 3
Introduzione ” 5
I Giorno Fecondità spirituale ” 7
II Giorno Coscienza pura ” 8
III Giorno Docilità all’azione della grazia ” 9
IV Giorno Fedeltà alla missione ricevuta ” 10
V Giorno Pietà apostolica ” 11
VI Giorno Riconoscenza per i doni del Signore ” 12
VII Giorno Unione con Cristo vivente in Maria ” 13
VIII Giorno Accettazione amorosa della volontà di Dio ” 14
IX Giorno Amore verginale e operoso ” 15
X Giorno Irradiare la luce del Vangelo ” 16
XI Giorno Sacrificio e gioia nell’apostolato ” 17
XII Giorno Robustezza della fede ” 18
XIII Giorno16 Essere `dono’ per i fratelli ” 19
XIV Giorno Ansia missionaria ” 20
XV Giorno Santificarsi per santificare ” 21
XVI Giorno Riparazione ” 1′ 1,
XVII Giorno Sofferenza corredentiva ” 23
XVIII Giorno Il “Segreto di riuscita” ” 24
XIX Giorno Fiducioso abbandono in Dio ” 25
XX Giorno Scambio di amore sulla croce 26
XXI Giorno Spirito della vocazione paolina ” 27
XXII Giorno Totale conformità con Cristo ” 28
XXIII Giorno Calice del dolore e calice della gioia 29
XXIV Giorno Lieta rinuncia ” al)
XXV Giorno “Con Maria Madre di Gesù”
XXVI Giorno Umiltà e fiducia “.i2
XXVII Giorno Vita di fede e di amore ” 33
XXVIII Giorno Nella luce dell’eternità 34
XXIX Giorno Missione sulla terra c iii cielo 35
XXX Giorno Dare Cristo, non se stessi 36
XXXI Giorno Maria modello delle anime apostoliche ” 37
Conclusione ” 38
Preghiere “